Farro monococco, senatore Cappelli, Graziella RA … chi sono? Cosa significano questi nomi? Negli ordini aperti in questo mese sono presenti anche questi prodotti. Scopriamo qualche informazione in più.
FARRO MONOCOCCO
Prima di tutto Maria Luisa ci trasmette dei preziosi consigli sulla lavorazione e sull’utilizzo delle farine di Giandomenico Cortiana.
“Sia la farina mista (kamut, farro spelta, grano tenero) che la farina di farro monococco sono macinate a pietra e sono di tipo 2, cioè semintegrali . Noi le stiamo utilizzando per fare di tutto, dai dolci alla pasta all’uovo al pane. La farina di farro monococco è più “impegnativa” per fare il pane perchè ha poco glutine e lievita meno rispetto ad altre farine. Con dolci e crostate il risultato è eccellente e non ha confronti con altre farine. In cucina nella pasta all’uovo, tagliatelle e altro si caratterizza per una minore elasticità ma non ha eguali come gusto.”
Cenni storici
Il farro monococco (detto anche piccolo) è, se non il primo, uno dei primissimi cereali coltivati dall’uomo. La provenienza di questo cereale sembra essere la Mesopotamia, da cui, attraverso l’antico Egitto e il Mediterraneo, arrivò nella penisola italica. Molto coltivato nell’antichità, con tracce che risalgono al 7000 a. C., nell’epoca più recente perse via via importanza a favore del grano, soprattutto perché quest’ultimo è un grano “nudo”, mentre il farro in trebbiatura rimane rivestito di un involucro non commestibile, detto glume, e necessita pertanto, come il riso, di una ulteriore laboriosa lavorazione, detta decorticazione. Menzioni di questo cereale si trovano anche nella bibbia. Ezechiele lo usava come uno degli ingredienti del suo pane (Ezechiele 4-9). Era presente anche nella alimentazione e nella cultura greca ed egizia. Durante il periodo romano il farro fu il cereale più coltivato e diffuso, godendo di un grande prestigio, e i legionari romani ne portavano sempre delle scorte con sé nei loro movimenti da un territorio all’altro. costituendo la base nutrizionale per eccellenza del mondo romano. Per capirne la diffusione in Italia basti dire che il termine “far-ina” deriva dal far-ro. Anche durante il Medio Evo il farro conservò una notevole importanza, soprattutto per le aree interne e montane. Il declino inarrestabile incominciò con la scoperta delle Americhe e con il Rinascimento.
La riscoperta del farro non è semplicemente dovuta al rinnovato interesse per le vecchie tradizioni o il riavvicinamento ai cibi della cultura contadina, meno sofisticati e tutti indistintamente ritenuti più salutari, il benessere che si può ottenere da un costante consumo di farro è reale. Addentrandosi ancora di più nelle sue qualità si scopre che il farro è una ricca fonte di vitamine del gruppo A-B-C-E e sali minerali. Contiene fosforo, sodio, calcio, potassio e magnesio. Svolge azione ricostituente ed antianemica per la presenza di proteine, acidi grassi polinsaturi ed essenziali, ferro, manganese, rame e cobalto. La crusca e gli oli contenuti nel suo germe lo rendono un emolliente intestinale, antistipsi e rinfrescante. La sua caratteristica principale è comunque il suo potere antiossidante dovuto all’alto contenuto di selenio ed acido fitico che si oppongono alla eccessiva formazione dei radicali liberi che risultano i maggiori responsabili dell’invecchiamento e d’ogni forma di degenerazione cellulare. Gli agricoltori biologici lo stanno portando a nuova giovinezza per l’elevato valore nutrizionale ed organolettico e per le proprietà ipoallergeniche. Inoltre è molto interessante, in coltivazione biologica, per le proprietà agronomiche, in quanto si adatta a svariati tipi di terreno, è poco esigente in concimazione e molto più resistente alle malattie delle altre specie cerealicole. Inoltre, in epoca di inquinamento diffuso, quello che è un inconveniente, il rivestimento del chicco, si trasforma anche in un vantaggio in quanto il chicco è più difeso dall’inquinamento atmosferico.
SENATORE CAPPELLI
E’ una varietà di grano duro, selezionata nei primi del ‘900 da uno scienziato italiano che pochi ricordano: Nazzareno Strampelli (a cui, tra le altre cose, è stato intitolato l’istituto di genetica e sperimentazione agraria di Lonigo) . La sua storia è bellissima, un uomo serio, tenace e testardo, capace di re-inventare gli studi sull’ereditarietà di Mendel, senza averli mai conosciuti (ne scoprì l’esistenza quasi vent’anni dopo la loro pubblicazione). Incrociò centinaia di tipi di grano per selezionare quelli più resistenti e produttivi, adatti ai nostri climi. Nel 1903, ottenne la cattedra “ambulante” di agraria: doveva girare per i campi ad aiutare i contadini. L’unico bene in dotazione della sua cattedra era: uno sgabello di legno. Continuò a selezionare e incrociare centinaia e centinaia di grani diversi, cominciando ad ottenere i primi successi. Partendo dal grano “Rieti”, lo incrociò con una varietà tunisina per migliorarne la resa e ottenne, finalmente la varietà “Senatore Cappelli”. Il nome è stato attribuito in onore di Raffaele Cappelli, senatore del Regno d’Italia, che negli ultimi anni dell’800, assieme al fratello Antonio, fu promotore della riforma agraria, che mirava all’introduzione delle cosiddette “razze elette”, cioè di varietà più produttive e dotate di maggiore adattabilità ai diversi territori.
Immagine di Nazzareno Strampelli. Altre informazioni su questo scienziato dimenticato a questo link.
GRAZIELLA RA
Dagli studi pare addirittura che abbia avuto origine alle pendici del Karacadag in Turchia e arrivato a noi alla fine degli anni ’70, scoperto durante una spedizione in Egitto. “Se un giorno qualcuno riuscisse a moltiplicare questo grano dategli il nome della mia bambina, tragicamente scomparsa: Graziella”, chiese allora lo stesso archeologo. L’azienda di Montebello (provincia di Pesaro-Urbino) c’è riuscita e non ha potuto esimersi dal chiamare il grano Graziella Ra.
Si tratta quindi di un grano duro dalle origini antiche, sopravvissuto in modo anonimo nel corso dei secoli. Sulla specie e il genere vi è concordanza di opinioni: appartiene al genere “Triticum” e alla specie “Turgidum”. La controversia verte sulla sottospecie, infatti c’è chi sostiene che appartenga alla sottospecie “Polonicum”, altri alla “Turanicum”, altri ancora al “Durum”. Di certo, si tratta di una popolazione di frumento duro. Dalle analisi condotte dal Dipartimento di biotecnologie alimentari dell’Università di Urbino, risulta essere particolarmente ricco di proteine, sali minerali (in particolare potassio, magnesio, fosforo e selenio) e vitamine (E, B6, B12, PP).
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Se conoscete o trovate altre informazioni interessanti su questi cereali postatele come commento, oppure speditele a gascaldogno@gmail.com.
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Ottobre 17, 2012
La Cooperativa Unicomondo organizza nella Bottega del Mondo di Vicenza, Contrà Catena 21, EQUI-LIBRI, un ciclo di serate dedicate all’approfondimento di libri che affrontano tematiche care al movimento del commercio equo e solidale. Le serate sono pensate per riflettere e affrontare temi caldi e attuali in compagnia, grazie agli stimoli che troviamo nelle pagine di scrittori e studiosi del nostro tempo. Nell’approfondimento dei temi ci aiuterà Silvana Pulcinella, docente di letteratura e esperta di comunicazione nelle sue diverse forme. Viaggeremo tra le pagine di Vandana Shiva, Serge Latouche e Didier Harpagès, Edmondo Berselli e Alessandro Roncaglia. Il ciclo di quattro incontri si articolerà tra l’autunno e la primavera.
Per iniziare vi proponiamo i primi due incontri autunnali:
- giovedì 11 ottobre con ‘Il bene comune della Terra’ di Vandana Shiva.
- giovedì 25 ottobre con ‘Il tempo della decrescita’ di Serge Latouche e Didier Harpagès.
Le serate sono aperte a tutti coloro che, sia che abbiano letto il libro, sia che non l’abbiano letto, siano interessati a conoscerne le tematiche affrontate.
Vi aspettiamo numerosi
ore 20.45, Bottega del Mondo in Contrà Catena 21, Vicenza.
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Cliccando sul nome potete vedere le biografie di Vandana Shiva e Serge Latouche presenti su Wikipedia. Qui sotto trovate due video interessanti, uno tratto dalla partecipazione di Latouche alla trasmissione “Che tempo che fa”, l’altro è un’intervista di Edizioni Terra Nuova a Vandana Shiva.
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=V3DwCXrueAI]
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=EkY0Fjgs78o]
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Ottobre 10, 2012
Martedi 16 ottobre 2012 alle ore 20,30 presso la sede della Cooperativa Sociale il Ponte di Schio, in Via lago di Tovel 14 il Presidio Libera Alto Vicentino avrà come ospite Don Luigi Ciotti, per una serata dal titolo “La Speranza non è in vendita”. Con l’occasione si inaugurerà la sede del Presidio Libera Alto Vicentino che ha trovato casa da poco tempo proprio presso la Cooperativa il Ponte. Sarà presente anche Don Luigi Telllatin, referente veneto per Libera, il banchetto informativo del presidio ed inoltre la possibilità di acquistare il libro scritto da Don Ciotti “La speranza non è in vendita”. Vai sul sito http://presidioaltovi.blogspot.it/ oppure scrivi una mail a liberapresidioaltovi@gmail.com per avere più informazioni.
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Ottobre 6, 2012
Qualche dato:
– 68 persone (37 adulti, 31 bambini/ragazzi): un bel numero.
– Poco più di 300 euro di spesa totale (compresi 70 euro di affitto locali e cucina), si può mangiar bene spendendo poco
– pasta di grano duro Montebellobio, pasta artigianale integrale Floriddia, farro di Giandomenico, soppressa e ricotta dell’az. agricola Desy, marmellata di fichi dei signori Costa, formaggio di malga di Domenico Fabris, verdura del Cengio, birra di Fattoriabilità e poi ancora torte salate, mele, dolci, vasetti con frutta e budino, cannoli ecc ecc.: tutti prodotti molto invitanti!
E’ stata una serata per chi ama il cibo sano, e non certo per chi guarda la bilancia. Mangiare assieme questa prima volta è stato importante perché abbiamo finalmente dato un volto ad alcuni indirizzi mail che vediamo nella lista ma che conoscevamo solo via internet. Abbiamo messo in pratica uno dei tratti distintivi di tutti i GAS, la condivisione non solo degli acquisti, ma anche di pensieri e di qualche sana risata! Ed è stato bello vedere come tutti si siano sentiti coinvolti nella buona riuscita della serata, cucinando, preparando o spreparando, facendo giocare i ragazzi, pulendo.
Alcune persone, non potendo venire alla cena per impegni precedenti, si sono dette dispiaciute. Come non dargli ragione, visto che qualcuno dei presenti invece ha detto: “Domenica prossima stesso posto stessa ora?”
Tirando le somme è stato un momento di aggregazione bello e partecipato, aperto anche a chi con molto coraggio è venuto pur non conoscendo nessuno, ricco di novità perchè ci ha dato l’opportunità di incontrare persone nuove e scoprire piatti favolosi (un farro così buono non l’avevo mai assaggiato, e i budini con la frutta erano fantastici!).
Il solito (assillante?!?) invito: chi era presente commenti il post per condividere le sue impressioni sulla serata, chi non c’era commenti ugualmente, anche chiedendo il menù e le ricette di quello che abbiamo mangiato, così vi faremo venire l’acquolina in bocca in attesa della prossima cena!
Ciao a tutti
Nicola
Cliccando questo link www.flickr.com/photos/gascaldogno/ potete vedere altre foto della cena.
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Ottobre 2, 2012
Segnalo questo interessante film che stanno dando nelle sale. Si potrebbe eventualmente organizzare di andare a vederlo assieme con chi e’ interessato. Ne parliamo domenica sera alla cena GAS.
Recensione:
“L’economia della felicità”, vincitore di numerosi premi nei più celebri Festival Internazionali di documentari, descrive un mondo che si muove simultaneamente in due direzioni opposte: i governi e le grandi imprese che consolidano il potere delle grandi corporation e la gente comune che resiste a queste politiche, chiedendo una nuova regolamentazione del commercio e della finanza. Le comunità stanno cominciando insieme a ricostruire su una scala più umana un’economia ecologica basata su un nuovo paradigma di economia locale che parte dal basso, l’Economics of Happiness. “Un film assolutamente da non perdere sul futuro del pianeta” – Zac Goldsmith, Parlamento Britannico “Un film raro, affascinante e provocatorio che diventerà pietra miliare nel dibattito tra Locale e Globale” – The Santa Barbara Indipendent
Sito ufficiale del film: www.economiadellafelicita.it
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=CFgINPjHOxE&feature=related]
Ciao
Stefano
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Settembre 29, 2012
Ogni anno la cooperativa Il Cengio organizza un incontro con i rappresentanti di tutti i GAS che acquistano i loro prodotti. Quest’anno si è tenuto martedì 25 settembre, presso il santuario di S. Maria al Cengio di Isola Vicentina.
Il presidente, Gianni, ha preso in prestito il motto ”Ora et Labora” dei monaci benedettini per sottolineare le due anime della cooperativa: l’Ora, sostituita con Pensa, per motivare la parte sociale delle loro azioni, mentre per il Labora non ci sono problemi di fraintendimenti, soprattutto nell’agricoltura biologica fatta di estirpazioni manuali e tanta fatica. Ha sottolineato l’importanza dei volontari , il loro sostegno (in termini di tempo dedicato alla cooperativa) e la condivisione di alcuni ideali li fa resistere soprattutto in un momento come questo dove il settore agricolo è in forte difficoltà. Nonostante questo periodo non facile, la loro linea guida era e resta comunque quella del “biologico alla portata di tutti” e, vedendo i prezzi, ci stanno riuscendo.
Passando ai loro rapporti con i GAS, attualmente servono 11 gruppi per un totale a pieno regime di 100-120 cassette a settimana, che contribuiscono al 40% del loro fatturato annuo. Numeri importanti che come GAS Caldogno stiamo aiutando ad aumentare.
Nella discussione successiva sono emerse da parte di Marino e anche da parte dei GAS delle indicazioni pratiche e delle novità che vi riassumo:
– limitare, senza escludere al 100%, le variazioni nella composizione della cassetta
– essere precisi nelle eventuali (speriamo poche!) variazioni. Scrivendo “no cavoli” non si è detto nulla, ci sono molte varietà e comunque dicendo no a tutti i cavoli diventa quasi impossibile comporre la cassetta
– verrà proposta una cassetta di frutta mista da 6 euro.
Inoltre hanno proposto inoltre ai GAS due attività:
– sabato 27 ottobre raccolta a mano delle olive (data da confermare). La intendono non solo come raccolta, ma anche come un momento di festa e di condivisione della fatica, per capire anche quanta ce ne sia dietro ai prodotti che acquistiamo. Sarebbe significativo che qualcuno del nostro gruppo partecipasse, per cominciare a spartire con loro un cammino fatto non solo di acquisti ma soprattutto di relazioni tra le persone.
– visita ai campi in pianura: data e programma da definire
E’ stato un’incontro piacevole, un vivace e simpatico scambio di idee, ovviamente terminato con l’assaggio di un succo di mele da Marano Vicentino buonissimo.
Buona giornata a tutti.
Nicola
ERBA MADRE – VISITA DEL 23 SETTEMBRE 2012
Domenica scorsa (23 settembre) siamo stati invitati a visitare Erba Madre, azienda agro–erboristica.
Il luogo è semplicemente meraviglioso: si trova in Val Tramigna (sulle colline veronesi) a 400 metri di altezza. Questa vallata si apre in pianura con Soave e si chiude con il colle nel quale sorge questa azienda. All’ìncontro eravamo presenti noi due (Nicola e Silvana) del GAS Caldogno e rappresentanti di altri gruppi (Lonigo, Rosà, Lugagnano, addirittura Mantova e Portogruaro), nonché alcuni loro collaboratori, tra i quali c’è Katia, che aiuta Erba Madre nelle fiere e nella gestione degli ordini dei GAS nella zona che sta tra Vicenza, Schio e Bassano.
In un primo momento Giovanni e Andrea hanno illustrato la nascita dell’idea di produrre cosmetici naturali. Giovanni si è innamorato del luogo e dopo esser venuto ad abitare con la famiglia si è inventato un lavoro. Prima ha cominciato a seccare delle erbe da proporre alle erboristerie, poi si è guardato attorno ed ha avuto l’intuizione che quelle stesse erbe, che nascevano nei dintorni di casa, avevano delle proprietà tali da renderle adatte all’uso nella cosmesi e nella cura della persona.
Tra tutti i discorsi fatti durante la giornata ci è piaciuto molto quando hanno affermato che i GAS sono il loro sbocco naturale, per la qualità del rapporto che si può instaurare e per la reciprocità, in quanto chiedono e ascoltano le esigenze delle persone per migliorare i prodotti. Un’altra peculiarità nei rapporti Erba Madre-GAS, a cui tengono molto, sta nel riconoscere il 5% del valore di quanto ordinato al gruppo (e non ai singoli), con la volontà che questo importo sia destinato a dei progetti specifici e non ad una riduzione del costo per il singolo gasista.
Siamo stati poi accompagnati a visitare il laboratorio, una stanza con tutte le attrezzature necessarie: un turbo-emulsore (una sorta di robot da cucina per cosmesi), un frullatore stile minipimer, una bilancia, un mini torchio e barattoli di vetro dove mettere i preparati. Un fattore che ritengono molto importante è il tempo brevissimo che deve intercorrere tra raccolta e le successive lavorazioni, per mantenere intatte tutte le proprietà erboristiche.
Abbiamo poi pranzato quasi in autogestione, nel senso che abbiamo spostato e preparato tutti insieme tavole e sedie. Uno stile che più familiare di così non si può. Dopo pranzo Katia ha presentato i prodotti, poi siamo tornati dalle nostre fanciulle, lasciate dai nonni per poter seguire con un minimo di attenzione tutti i discorsi. E la visita così è finita.
Se possiamo dipingere in poche parole l’impressione che abbiamo avuto di questa esperienza ci viene da dire tranquillità, tenacia, apertura e sincerità.
Tranquillità perché il luogo è un angolo di paradiso sperso in mezzo alle colline, per arrivarci bisogna fare 10 minuti di strada bianca dopo esser arrivati ad un paese di poche anime. Impossibile passarci per sbaglio. Altrettanto tranquillo e pacato è Giovanni, anima e corpo di questa azienda.
Tenacia perché Giovanni sta coltivando e mettendo in pratica un sogno che dura da 15 anni non senza sacrifici. Alcuni esempi: quando portava a scuola i bambini ci volevano 20 minuti, e le erbe officinali sono tutte raccolte e preparate a mano.
Apertura perché dicono (sia lui che Andrea, il chimico che segue le formulazioni di creme, oleoliti ecc.) che i loro prodotti migliorano soprattutto grazie ai consigli e alle richieste dei GAS. Siamo stati anche testimoni di una scena significativa. Con noi c’era una ragazza di Montecchio Maggiore che vorrebbe avviare un’attività dello stesso tipo. Giovanni l’ha incoraggiata a provare, a crederci fino in fondo, gli ha dato dei consigli. Nell’economia cosiddetta “tradizionale” sarebbe stata vista come una concorrente da eliminare prima del nascere, ragionando secondo altri principi diventa una persona da aiutare. Bellissimo.
Sincerità perché non nascondono problemi e difficoltà. Hanno parlato del prezzo dello shampoo, non molto competitivo perché con le loro attrezzature possono farne solo due litri alla volta, senza tanti giri di parole hanno detto di utilizzare dei conservanti (anche se in dosi bassissime e comunque ammessi da AIAB, Associazione italiana agricoltura biologica), ci hanno detto che qualche prodotto preferirebbero non fosse ordinato perché non remunerativo.
Dopo tante belle parole, ciò non toglie che oltre ad essere delle brave persone devono fare anche dei buoni prodotti, altrimenti l’azienda non riuscirebbe a sostenersi. Noi ne abbiamo acquistato qualcuno (shampoo, dentifricio e creme) qualche mese fa e ci troviamo bene.
Ci sarebbe ancora molto da raccontare, ma già così sembra abbastanza un mega spot. L’esperienza è stata entusiasmante, se vogliamo possiamo ripeterla in gruppo.
Ciao a tutti
Nicola e Silvana Biasin
Propongo la newsletter di Altreconomia, cooperativa editoriale che va oltre l’informazione, raccontando i meccanismi dell’economia locale mondiale con un’attenzione particolare al commercio equo e solidale, ai nuovi sitili di vita, all’ambiente, alla finanza etica e alla cooperazione internazionale.
Altreconomia è un piccolo grande “caso editoriale”, che vive solo grazie ai suoi lettori: non ha mai ricevuto nessun tipo di finanziamento pubblico, seleziona le pubblicità (al massimo il 10% dell’impaginato) escludendo aziende e realtà non adeguate alla linea editoriale, e privilegiando realtà dell’economia solidale.
Ciao, ci vediamo tutti alla cena del GAS il 30 settembre e buone letture!
Nicola
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L’Agricoltura blu rappresenta un sistema efficiente e sostenibile di moderna gestione del terreno. La semina sul sodo, cioè a livello superficiale, permette di ridurre il consumo energetico e di carburante per i macchinari e di tutelare i terreni che vengono lavorati al minimo. L’Agricoltura Blu (oppure Conservativa) si propone come pratica alternativa all’ormai tradizionale aratura profonda con rivoltamento delle zolle, assenza prolungata di una copertura vegetale, eliminazione delle rotazioni e monocultura intensiva. Si tratta di una tecnica colturale che si basa su tre principi fondamentali:
1.la permanente copertura del suolo da residui colturali per almeno il 30% della superficie;
2.la semina diretta o la minima lavorazione, senza un’aratura profonda;
3.la rotazione delle culture, che permette la rigenerazione nel suolo e dei minerali persi con le coltivazioni, limitando anche la diffusione delle malattie
L’Agricoltura Blu porta numerosi vantaggi sia per l’azienda agricola che per l’ambiente:
•miglioramento del grado di fertilità biologica del suolo;
•incremento della sostanza organica e riduzione delle emissioni di CO2;
•aumento della percentuale di infiltrazione e maggiore ritenzione idrica;
•migliore struttura del suolo e riduzione dei fenomeni erosivi;
•minori costi meccanici e minore forza lavoro.
Se ha tutti questi vantaggi perchè è quasi sconosciuta in Italia? La risposta la fornisce il cileno Carlos Crovetto Lamarca, tra i massimi esperti mondiali di semina diretta e il cui motto è “Il grano agli uomini, la paglia al suolo”
“L´agricoltura tradizionale significa denaro per molti e sussidi europei di cui però solo una parte arrivano agli agricoltori. L´importante è cambiare il sistema dei sussidi, smetterla di porsi come obiettivo un trattore più potente di quello del vicino, e rendersi conto che non c´è alternativa se si vuole avere futuro. Dove ha avuto successo questa rivoluzione è arrivata dal basso, è stata voluta dagli agricoltori. Bisogna vincere la prima paura: quella di cambiare.”
Anche la politica si sta lentamente accorgendo che i terreni e la loro salute sono una ricchezza da tutelare. Ad esempio in Veneto le aziende agricole ricevono un sussidio di 500 euro per ettaro per compensare il minore raccolto iniziale nel passaggio da agricoltura tradizionale a conservativa. Come possiamo invece noi singoli consumatori, noi GAS sostenere questo tipo di agricoltura? Andando alla ricerca di agricoltori che amino la terra e valorizzando le loro attività con i nostri acquisti. Dobbiamo essere promotori della sostenibilità ambientale, Madre Natura sa essere incredibilmente generosa, sta a noi cogliere le meraviglie che ci offre ogni giorno.
Altre informazioni su www.agricolturablu.it e su questo Documento di Veneto Agricoltura
Ciao!
(Nella foto una seminatrice su sodo)
LiberoMondo è una cooperativa sociale nata per proporre un commercio equo e solidale che promuova giustizia sociale ed economica non solo nel Sud ma anche nel Nord del Mondo. Infatti oltre all’utilizzo di ingredienti del commercio equo e solidale, in Italia offre una concreta possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, soprattutto per le persone che provengono da situazione di disagio sociale o sono diversamente abili.
In questo video viene raccontata la storia del laboratorio e i principi che animano la cooperativa.
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