La boca non la xè straca se non la sa de vaca

Una delle peculiarità dei Gruppi di Acquisto solidale? Conoscere i fornitori e poter interagire con loro chiedendo informazioni sui loro prodotti. Mirko e Silvia, dell’azienda agricola Desy, ci hanno spedito queste informazioni molto interessanti sul formaggio a latte crudo e sulla differenza tra il loro metodo di lavorazione e quello industriale.

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Formaggi a latte crudo

Per capire meglio quali sono le caratteristiche dei formaggi a latte crudo bisogna conoscere le tappe fondamentali della produzione dei formaggi.

Il latte è un alimento vivo, che porta con sè le caratteristiche dei luoghi dove viene prodotto, dell’alimentazione di cui si nutrono gli animali, ed è ricco di microorganismi (batteri lattici) che nella produzione e stagionatura del formaggio contribuiranno al suo sapore, al suo colore e aroma. Le caratteristiche del latte dipendono dalle stagioni, dal clima, dalle aree geografiche, dalla razza degli animali, dall’abilità del casaro, e portano nei formaggi a latte crudo una continua evoluzione delle sue caratteristiche-

Il formaggio si ottiene per coagulazione del latte mediante una sostanza (naturale) chiamata caglio. Il caglio è per natura presente nello stomaco di tutti “cuccioli” dei mammiferi, ancora lattanti, e con i suoi enzimi fa coagulare il latte e separare la parte solida (cagliata) da quella liquida (siero, usato per produrre la ricotta).

Storicamente, la produzione del formaggio consisteva nell’immediata messa in caglio del latte a circa 35-37°C (che è la temperatura corporea dell’animale) e durante la lavorazione non veniva mai portato a temperature elevate.  In questo modo i batteri lattici naturali del latte rimanevano vivi e vitali durante e dopo la lavorazione e potevano conferire al formaggio le sue caratteristiche tipiche.   Il formaggio così ottenuto è definito a latte crudo e non sarà mai uguale nel tempo.

Con l’avvento dell’industrializzazione e della grande distribuzione, la standardizzazione dei processi produttivi e la standardizzazione dei gusti hanno portato nel processo di produzione del formaggio l’utilizzo  della pastorizzazione. La pastorizzazione consiste nel riscaldamento del latte a circa 72° C: in questo modo vengono eliminati gran parte dei batteri lattici naturali del latte. Al latte pastorizzato vengono aggiunti poi dei fermenti lattici selezionati, uguali e costanti nel tempo: questo porta ad avere dei formaggi che saranno sempre “uguali” che hanno perso gran parte delle loro unicità.

È per questo che la nostra azienda ha scelto di produrre tutti i formaggi di vacca a latte crudo, come una volta:  in questo modo otteniamo prodotti più artigianali, tipici del nostro territorio, il cui gusto e aspetto cambiano in base alle stagioni. Inoltre, garantiamo così la tutela della biodiversità, che con la standardizzazione industriale rischia di andare perduta. Aggiungiamo ugualmente una piccola quantità di fermenti lattici selezionati, che va ad integrare ed aumentare la flora tipica già presente. Anche  per i formaggi di capra non pastorizziamo il latte, ma abbiamo scelto di scaldarlo a 68°C per ottenere formaggi con un sapore più dolce ed equilibrato, per andare incontro ai gusti dei nostri clienti.

Ponzio Mirko e Silvia – www.aziendaagricoladesy.it – Strada di Lobia n.179/Località Maddalene – Vicenza

Per info: 338 – 6333228

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Come consumatori dei loro formaggi possiamo solo dire che la differenza tra i due metodi di lavorazione si sente tutta!


Incontro dei GAS con la cooperativa Il Cengio

Ogni anno la cooperativa Il Cengio organizza un incontro con i rappresentanti di tutti i GAS che acquistano i loro prodotti. Quest’anno si è tenuto martedì 25 settembre, presso il santuario di S. Maria al Cengio di Isola Vicentina.

Il presidente, Gianni, ha preso in prestito il motto ”Ora et Labora” dei monaci benedettini per sottolineare le due anime della cooperativa: l’Ora, sostituita con Pensa, per motivare la parte sociale delle loro azioni, mentre per il Labora non ci sono problemi di fraintendimenti, soprattutto nell’agricoltura biologica fatta di estirpazioni manuali e tanta fatica. Ha sottolineato l’importanza dei volontari , il loro sostegno (in termini di tempo dedicato alla cooperativa) e la condivisione di alcuni ideali li fa resistere soprattutto in un momento come questo dove il settore agricolo è in forte difficoltà. Nonostante questo periodo non facile, la loro linea guida era e resta comunque quella del “biologico alla portata di tutti” e, vedendo i prezzi, ci stanno riuscendo.

Passando ai loro rapporti con i GAS, attualmente servono 11 gruppi per un totale a pieno regime di 100-120 cassette a settimana, che contribuiscono al 40% del loro fatturato annuo. Numeri importanti che come GAS Caldogno stiamo aiutando ad aumentare.

Nella discussione successiva sono emerse da parte di Marino e anche da parte dei GAS delle indicazioni pratiche e delle novità che vi riassumo:

– limitare, senza escludere al 100%, le variazioni nella composizione della cassetta

– essere precisi nelle eventuali (speriamo poche!) variazioni. Scrivendo “no cavoli” non si è detto nulla, ci sono molte varietà e comunque dicendo no a tutti i cavoli diventa quasi impossibile comporre la cassetta

– verrà proposta una cassetta di frutta mista da 6 euro.

Inoltre hanno proposto inoltre ai GAS due attività:

– sabato 27 ottobre raccolta a mano delle olive (data da confermare). La intendono non solo come raccolta, ma anche come un momento di festa e di condivisione della fatica, per capire anche quanta ce ne sia dietro ai prodotti che acquistiamo. Sarebbe significativo che qualcuno del nostro gruppo partecipasse, per cominciare a spartire con loro un cammino fatto non solo di acquisti ma soprattutto di relazioni tra le persone.

– visita ai campi in pianura: data e programma da definire

E’ stato un’incontro piacevole, un vivace e simpatico scambio di idee, ovviamente terminato con l’assaggio di un succo di mele da Marano Vicentino buonissimo.

Buona giornata a tutti.

Nicola